Ti stai avvicinando al mondo della fotografia e vuoi capire davvero come funziona il triangolo dell’esposizione?
Sei nel posto giusto, quindi prenditi dieci minuti del tuo tempo e continua a leggere questo articolo, ti fornirà tutti gli strumenti necessari per poter finalmente utilizzare la macchina fotografica da vero professionista.
Siediti comod* e metti vicino a te la tua macchina fotografica. Mentre leggerai questo articolo potrai subito mettere in pratica le tue abilità.
ESPOSIZIONE
Quante volte hai sentito parlare di esposizione? Quante volte hai letto la sua definizione senza poi capire veramente di cosa si stesse parlando?
Chiariamo una volta per tutte il suo significato.
L’esposizione non è altro che la quantità di luce che viene catturata dalla macchina fotografica, dal suo sensore per la precisione.
Il triangolo dell’esposizione, altro non è che l’insieme degli elementi da sistemare per capire quanta luce far arrivare al sensore della macchina fotografica. Quanta luce catturare.
Ricordati che fotografare significa scrivere con la luce, quindi se impari a catturarla nel modo giusto, alla fine di questo articolo, avrai le basi necessarie per imparare ad usare la macchina fotografica da ver* fotograf*.
Ti spiegherò il triangolo dell’esposizione con parole molto semplici.
Il triangolo dell’esposizione è composto da tre elementi
- TEMPI
- DIAFRAMMA
- ISO O ASA
TEMPI
Stabilire il tempo di posa (o shutter speed) significa indicare alla macchina fotografica per quanto tempo il sensore deve essere esposto alla luce.
Maggiore è il tempo di esposizione, maggiore sarà la luce catturata.
Questo cosa ti dice? Che quando ti trovi in situazioni in cui c’è poca luce, il tempo di scatto dovrà essere più lungo (questo può portare a foto mosse). Quando invece hai molta luce il tempo di scatto dovrà essere più breve (questo ti porta a congelare il momento).
Ora che hai capito il concetto sono sicura vorrai sapere quali sono i tempi lunghi e quelli veloci.
Partiamo dal comprendere come si indicano i tempi di esposizione.
I tempi di scatto si indicano in secondi ( es. 2” ) o in frazione di secondo (es. 1/500).
Per esempio un tempo di scatto indicato con 1/250 ci dice che dobbiamo fare la divisione tra 1 e 250. Il risultato della divisione (0,004 millesimi di secondo), ti indica la velocità a cui è stata effettuata la foto.
Tutti i tempi di scatto che mettono davanti l’1 sono frazioni di secondo, quell’1 lì che vedi indicato nelle impostazioni della macchina è il nostro secondo.
I valori standard più comuni nelle macchine fotografiche odierne sono:
- 1/8000
- 1/4000
- 1/2000
- 1/1000
- 1/500
- 1/250
- 1/125
- 1/60
- 1/30
- 1/15
- 1/8
- 1/4
- 1/2
- 1”
- 2”
- 30”
- B – bulb – con questa modalità, l’otturatore rimane aperto finché tieni premuto il pulsante di scatto
E’ più chiaro il concetto?
Se hai una macchina fotografica lì vicino a te, prova a controllare i tempi di scatto messi a disposizione.
Lo hai già fatto? Allora possiamo andare avanti.
DIAFRAMMA
Hai presente come funziona la nostra pupilla? Ecco, il diaframma funziona allo stesso modo. E’ quella parte dell’obbiettivo, costituita da lamelle, che si apre e si chiude per far entrare la luce.
Più luce vogliamo catturare, più il diaframma deve essere aperto, meno luce vogliamo catturare, più deve essere chiuso.
Il diaframma viene indicato con i valori alfanumerici e i suoi valori vanno solitamente da f/2,8 a f/22. La massima apertura disponibile dipende dall’obiettivo che stai usando, quelli che consentono un’apertura più ampia sono anche quelli che costano di più.
Ma adesso non pensiamoci, cerca di capire quello che è davvero importante per padroneggiare una macchina fotografica.
Continuiamo il discorso sul diaframma, quando il diaframma è più aperto, i numeri sono più piccoli. Esempio, un diaframma molto aperto è f/2,8. Un diaframma molto chiuso è f/22.
- Le APERTURE GRANDI vanno da f/2,8 a f/5 e sono quelle che ti permettono di catturare più luce.
- Le APERTURE MEDIE vanno da f/5,6 a f/11 e sono quelle che solitamente danno una qualità d’immagine più alta per l’obbiettivo che si sta usando.
- Le APERTURE PICCOLE vanno da f/11 a f/22 e sono quelle che ti permettono di catturare meno luce.
Tutto chiaro fin qui? Penserai di sì ma quindi quando devi usare un diaframma più aperto e quando uno più chiuso?
Abbiamo detto che con il diaframma più aperto catturi più luce, quindi le aperture grandi sono indicate per situazioni in cui hai poca luce. Con il diaframma più chiuso catturi meno luce quindi le aperture piccole sono indicate per situazioni in cui è presente molta luce. Fin qui ci siamo?
Se fin qui ci siamo posso introdurre un nuovo concetto. Quello che ti farà capire definitivamente a quale valore impostare il diaframma in base alla situazione in cui ti trovi.
Il concetto di PROFONDITA’ DI CAMPO.
Con profondità di campo indichiamo l’area dell’immagine che è a fuoco, quella che appare ben nitida. La profondità di campo (area a fuoco) diminuisce con aperture grandi e aumenta con aperture piccole.
Rifacendo l’elenco che abbiamo fatto prima avremo:
- APERTURE GRANDI da f/2,8 a f/5 – catturano più luce – meno profondità di campo (una parte dell’immagine sarà a fuoco e un’altra no)
- APERTURE MEDIE da f/5,6 a f/11 soluzione intermedia, qualità dell’immagine più alta
- APERTURE PICCOLE da f/11 a f/22 – catturano meno luce – più profondità di campo (immagine completamente a fuoco e nitida)
Hai le idee un po’ più chiare ora? Almeno in teoria spero di sì, la pratica è sicuramente un attimo più complessa.
Prendi la tua macchina fotografica, prova a cambiare apertura di diaframma osservando il mirino e guarda come cambia l’immagine, cambierà sia la luminosità che la profondità di campo.
Ora non resta che capire l’ultimo parametro del triangolo dell’esposizione.
ISO o ASA
L’altro elemento del triangolo dell’esposizione sono gli ISO o ASA.
Se i tempi e il diaframma servono a stabilire quanta luce e per quanto tempo questa entri nella macchina fotografica, gli ISO ti dicono quanto è sensibile il sensore digitale (o pellicola nelle macchine a rullino) alla luce.
La scala degli ISO varia da macchina a macchina.
Gli ISO possono andare dai 100 fino ad arrivare ai 204.000 nelle fotocamere più recenti.
- 100-200 ISO sono usati quando c’è tanta luce, per esempio nelle giornate soleggiate o servizi fotografici in esterna.
- 200-400 ISO sono usati in giornate nuvolose o interni ben illuminati
- 800-1600 ISO sono usati negli interni con poca luce
- oltre i 3200 ISO sono usati nelle situazioni in cui c’è scarsità di luce
In realtà oggi puoi lavorare anche ad ISO più alti. Devi però far attenzione a quello che si chiama RUMORE. Il rumore è costituito da un insieme di puntini e disturbi visivi che possono infastidire la qualità dell’immagine. Più piccolo è il sensore della macchina fotografica più l’immagine sarà rumorosa e poco dettagliata (quello che accade con cellulari e fotocamere compatte).
Alcuni ricercano il rumore volontariamente, per scelte stilistiche e comunicative, ma questo è un altro argomento su cui ci soffermeremo più avanti.
Ora dovresti avere ben chiaro in mente anche l’ultimo elemento del triangolo dell’esposizione.
Tutti e tre gli elementi sono collegati tra loro.
Quello che devi fare adesso è impostare la tua macchina fotografica in modalità MANUALE e divertirti a scattare cambiando tempi, diaframma e ISO.
Ti starai chiedendo, come capisco che sto facendo la cosa giusta?
Partendo dal fatto che in fotografia non esiste giusto o sbagliato puoi però fare riferimento alla scala dell’esposizione che trovi nel mirino o display lcd della tua fotocamera (vedi foto in basso). Quando il cursore è sullo zero significa che l’immagine è correttamente esposta.

Sono sicura che noterai tante cose e che ti verranno in mente tante domande.
Non ti resta che segnarle e scriverle qua nei commenti, sarò felice di risponderti.
Se vuoi comunque approfondire per conto tuo questi argomenti, ti consiglio un testo che mi è stato molto utile e che ogni tanto è bene rileggere GUIDA COMPLETA ALLA FOTOGRAFIA.